Slow fashion e sostenibilità: il futuro della moda?
Quanto inquina il settore della moda?
La moda è una delle industrie messa sotto inchiesta per essere tra le più inquinanti, responsabile di enormi consumi di acqua, energia, materiali e sostanze chimiche. Senza dimenticare le possibili ripercussioni sociali rispetto allo sfruttamento, in certi Paesi, di manodopera e di animali da cui si ricavano le fibre tessili.
Slow Fashion vs. Fast Fashion
Gran parte di questi impatti negativi sono dovuti al cosidetto “Fast Fashion” cioè il pronto moda.
Si tratta di una modalità di produzione per cui vengono create nuove collezioni di capi di bassa qualità per soddisfare una domanda di continuo cambiamento del guardaroba.
Per contrastare questi impatti negativi, negli ultimi anni si è diffuso il concetto di slow fashion, letteralmente “moda lenta”, consapevole e responsabile. Il concetto di Slow Fashion si oppone alla logica del fast fashion, basata sulla produzione e sul consumo di massa di capi a basso costo e scarsa qualità.
Cosa significa Slow Fashion?
Secondo l’Enciclopedia Treccani, lo slow fashion è una “locuzione coniata da Kate Fletcher nel 2007 applicando al settore moda le suggestioni del movimento slow food di Carlo Petrini, con l’idea di difendere le buone pratiche che intendono porsi come controproposta e antidoto, se non proprio in aperta opposizione, alle derive della produzione industriale”.
Si tratta quindi di un approccio che valorizza la qualità, la durata, l’originalità e l’etica dei prodotti di moda, rispettando le persone, gli animali e l’ambiente.
I principi dello Slow Fashion
Tra i principi dello slow fashion, possiamo citare:
– La riduzione del numero di collezioni annuali, per evitare la sovrapproduzione e lo spreco di risorse.
– La scelta di materiali naturali, biologici, riciclati o rigenerati, per minimizzare l’impatto ambientale e garantire la salute dei consumatori.
– Valorizzazione dell’artigianato, della creatività e della tradizione locale, per preservare le competenze e le culture dei territori.
– La promozione del riciclo, del riuso e della riparazione dei capi, per favorire una economia circolare e ridurre i rifiuti.
– L’educazione dei consumatori a un consumo più consapevole, critico e responsabile, basato sulla qualità e non sulla quantità.
Esistono brand di abbigliamento in Italia che seguono la politica dello Slow Fashion?
Un esempio concreto di slow fashion in Italia è quello di Lanaioli, un marchi neo nato nel panorama della moda con l’obiettivo di offrire capi di lusso sostenibile.
I maglioni da uomo e le maglie da donna sono prodotte dagli artigiani di Lanaioli solo da filati naturali come il cashmere, la seta e la lana merino.
Le materie prime sono acquistate solo presso i principali lanifici italiani per garantire una minore emissione di CO2 dei trasporti e valorizzare gli artigiani locali.
I capi di maglieria cashmere Lanaioli sono curati in ogni minimo dettaglio e per questo ogni capo è un classico senza tempo. Le maglie da uomo in cashmere ed i maglioni da donna in cashmere Lanaioli, se correttamente curati, possono durare una vita, in perfetta ottica Slow Fashion. Scegliere meglio per consumare meno è il loro slogan.
Slow Fashion e filati rigenerati: una formula vincente
Slow Fashion è acquistare meno scegliendo capi di alta qualità, che hanno una vita maggiore, ma Lanaioli si distingue anche per la sua produzione di maglieria in cashmere rigenerato.
Il Cashmere Rigenerato è una fibra naturale pregiata che viene recuperata da vecchi capi o scarti tessili e trasformata in nuovi filati. In questo modo, Lanaioli riduce gli sprechi, risparmia risorse e tutela l’ambiente.
Il cashmere rigenerato ha inoltre delle ottime proprietà: è morbido, caldo, leggero e anallergico, ma anche più resistente al pilling e all’usura rispetto al cashmere vergine. Inoltre, i colori sono più vivaci e originali, grazie alla varietà delle sfumature ottenute dalla miscelazione dei tessuti.
I maglioni in cashmere rigenerato di Lanaioli sono realizzati interamente in Italia, con cura artigianale e attenzione al dettaglio.
Lanaioli segue inoltre i principi della slow fashion anche nella distribuzione dei suoi prodotti: vende infatti online o presso showroom temporanei, evitando gli intermediari e offrendo prezzi accessibili.
Lanaioli è quindi un caso di successo di slow fashion e sostenibilità nel settore del lusso made in Italy.
Il marchio dimostra che è possibile creare capi belli ed eleganti senza compromettere la qualità e l’etica. Lanaioli invita i suoi clienti a vestire con gusto e con coscienza, scegliendo capi che durano nel tempo e che rispettano il pianeta.