L’inappetenza degli anziani: cause, rimedi e alimentazione
L’inappetenza è un problema comune tra gli anziani, che consiste nella ridotta voglia di mangiare. Questa condizione può avere diverse cause e conseguenze, ma anche diversi rimedi e strategie alimentari per affrontarla. Vediamo in questo articolo quali sono i principali aspetti da conoscere sull’inappetenza degli anziani.
Le cause dell’inappetenza
L’inappetenza degli anziani può dipendere da vari fattori, sia fisici che psicologici. Tra i fattori fisici, possiamo citare:
- La diminuzione del senso del gusto e dell’olfatto, che rende i cibi meno appetibili e piacevoli.
- La presenza di malattie croniche, come il diabete, l’ipertensione, l’insufficienza renale o cardiaca, che possono influenzare l’appetito e richiedere una dieta specifica.
- L’uso di farmaci, che possono avere effetti collaterali come la nausea, il vomito, la secchezza della bocca o la perdita di peso.
- La difficoltà di masticazione e deglutizione, causata da problemi dentali, infiammazioni della bocca o della gola, o da disturbi neurologici come il Parkinson o l’Alzheimer.
- La stipsi, che può provocare un senso di sazietà precoce e di gonfiore addominale.
Tra i fattori psicologici, invece, possiamo menzionare:
- La depressione, che può ridurre l’interesse per il cibo e per le altre attività piacevoli.
- La solitudine, che può rendere i pasti meno gratificanti e stimolanti.
- La mancanza di stimoli ambientali, come la luce naturale, il rumore o la musica, che possono influenzare l’umore e l’appetito.
- La perdita di autonomia o di ruolo sociale, che può generare un senso di inutilità o di scarsa autostima.
I rimedi per l’inappetenza
Per stimolare l’appetito degli anziani, è importante intervenire sia sul piano fisico che su quello psicologico. Alcuni dei possibili rimedi sono:
- Offrire pasti variati, colorati e appetitosi, che rispettino le preferenze e le abitudini alimentari degli anziani. Evitare cibi troppo secchi, duri o insipidi, che possono rendere difficile la masticazione e la deglutizione.
- Favorire il consumo di cibi ricchi di proteine, vitamine, minerali e antiossidanti, che aiutano a prevenire la sarcopenia (la perdita di massa muscolare), l’anemia e il deterioramento cognitivo. Aggiungere spezie, erbe aromatiche o salse leggere ai cibi, per aumentare il sapore e l’aroma.
- Frizionare le gengive con un batuffolo di cotone imbevuto di succo di limone o arancia prima dei pasti, per stimolare le papille gustative.
- Creare un ambiente piacevole e confortevole durante i pasti, con una buona illuminazione, una temperatura adeguata e una musica di sottofondo rilassante. Coinvolgere gli anziani nella preparazione dei pasti o nella scelta del menu, per renderli partecipi e motivati.
- Favorire la socializzazione e il dialogo durante i pasti, invitando familiari, amici o vicini a condividere il cibo con gli anziani. Evitare di criticare o forzare gli anziani a mangiare più di quanto desiderano.
- Consultare il medico in caso di malattie croniche o di uso di farmaci che possono influenzare l’appetito. Chiedere al medico se è possibile modificare la posologia o il tipo di farmaco per ridurre gli effetti collaterali sull’appetito. In alcuni casi, il medico può prescrivere degli integratori alimentari o dei farmaci che stimolano l’appetito.
L’alimentazione per l’inappetenza
L’alimentazione per gli anziani con inappetenza deve essere adeguata alle loro esigenze nutrizionali e alle loro condizioni fisiche. Alcune delle regole generali da seguire sono:
- Distribuire i pasti in 4-5 porzioni al giorno, preferendo pasti leggeri e frequenti a pasti abbondanti e distanziati. Includere una colazione ricca di carboidrati, proteine e frutta, un pranzo con un primo piatto, un secondo piatto, un contorno e un frutto, una merenda con uno yogurt o una fetta di torta, una cena con una zuppa, un formaggio o un uovo e un frutto.
- Aumentare l’apporto calorico dei pasti, aggiungendo olio extravergine di oliva, burro, panna, formaggio grattugiato, frutta secca o miele ai cibi. Evitare di riempire lo stomaco con bevande gassate, zuppe troppo liquide o verdure crude.
- Aumentare l’apporto proteico dei pasti, scegliendo fonti di proteine animali (carne, pesce, uova, formaggi) o vegetali (legumi, cereali, soia). Preferire le carni magre, i pesci azzurri e le uova sode o strapazzate. Evitare le carni grasse, i salumi, i formaggi stagionati o i fritti.
- Aumentare l’apporto di vitamine e minerali dei pasti, consumando frutta e verdura fresca di stagione. Preferire le verdure cotte al vapore, in padella o al forno. Evitare le verdure crude, in salamoia o in scatola. Consumare frutta fresca o in succo, evitando la frutta secca o candita.
- Aumentare l’apporto di liquidi dei pasti, bevendo almeno 1,5 litri di acqua al giorno. Integrare l’acqua con succhi di frutta, tisane, brodi vegetali o latte. Evitare le bevande alcoliche, caffeinate o zuccherate.
Queste sono alcune delle indicazioni per l’alimentazione degli anziani con inappetenza. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare il medico o il dietista prima di modificare la propria dieta.
Le case di riposo Anni d’Oro hanno un team di professionisti qualificati per intervenire nei casi di inappetenza. Il team è composto da medici, infermieri, dietologi e fisioterapisti, che lavorano insieme per sviluppare un piano di trattamento personalizzato per ogni ospite.
Il piano di trattamento può includere:
- Cambiamenti nella dieta: il personale delle case di riposo Anni d’Oro può aiutare gli ospiti a scegliere cibi sani e appetibili, e può presentare i cibi in modo attraente.
- Incoraggiamento all’attività fisica: il personale può aiutare gli ospiti a fare esercizio fisico, che può aiutare a migliorare l’appetito.
- Trattamento dei problemi psicologici: se l’inappetenza è causata da problemi psicologici, il personale può aiutare gli ospiti a trattare questi problemi.
Il personale delle case di riposo Anni d’Oro è specializzato nell’assistenza agli anziani e nella gestione dei problemi di salute legati all’invecchiamento. Sono in grado di identificare i fattori che causano l’inappetenza e di sviluppare un piano di trattamento appropriato.