PMI e investimenti tecnologici: c’è ancora strada da fare
Gli investimenti tecnologici delle PMI del Nordest sono ancora deficitari: questo è quanto emerso dal convegno che ha inaugurato la prima edizione della fiera A&T Nordest. L’evento, dedicato a innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0 e 5.0 ha fornito uno spaccato della situazione generale delle piccole e medie imprese italiane, tra criticità presenti e prospettive future.
Lo slogan della manifestazione, ‘Dall’ideale al fattibile’, è una chiara dichiarazione d’intenti, nonché un monito ad abbracciare una cultura d’impresa che possa sfruttare al massimo i benefici delle tecnologie digitali, dando vita a modelli di business pensati per rendere le PMI sempre più performanti e competitive sul mercato. Abbiamo parlato dell’evento insieme agli esperti di CSW Automazione.
PMI e investimenti tecnologici: i dati
In base ai dati rilevati, sono tre le posizioni delle PMI del Nordest nei confronti degli investimenti nelle tecnologie digitali:
- Per il 45% delle PMI la digitalizzazione è rischiosa da un punto di vista economico o addirittura ritenuta marginale;
- Il 36% delle PMI si dice consapevole dei vantaggi del digitale e della trasformazione in corso e per questo investe in maniera attiva nell’aggiornamento tecnologico dei processi produttivi;
- Il restante 19% dichiara che si sta avvicinando in maniera graduale al digitale, pur non avendone compreso pienamente le potenzialità e l’utilità specifica per la propria attività.
La metà di quel 36% delle PMI già attive nel percorso di digitalizzazione ha inoltre dichiarato di condurre attività che mirano a elevare le competenze digitali. Purtroppo però solo il 6% di esse inserisce figure di alta specializzazione e formazione. Per quanto riguarda il confronto tra il 2022 e il 2021, si è osservato come il 24% delle PMI campione abbiano aumentato gli investimenti nel digitale: il 50% di queste hanno fatto registrare un incremento superiore al 10%. Il 6% dichiara invece di averli diminuiti.
L’impasse vissuta dalle PMI sembra quindi principalmente di natura culturale. Una sensazione comprovata dal fatto che quasi un quinto di esse abbiano dichiarato di non avere piena consapevolezza della portata della digitalizzazione. Qual è dunque il futuro delle PMI?
PMI: come prepararsi al futuro
Al di là di quanto emerso dai dati raccolti, gli investimenti nelle tecnologie digitali sono stati decisivi per fronteggiare i momenti di crisi economica degli ultimi anni, dalla pandemia di Covid-19 al rincaro energetico. La transizione digitale deve essere però una strategia a lungo termine. Servono pianificazione e una programmazione meticolosa, al fine di sfruttare davvero tutti i vantaggi offerti dall’industria 4.0.
La chiave di volta è rappresentata dunque dallo sviluppo di competenze digitali ovvero un aspetto, come si è visto, abbastanza trascurato. La formazione professionale è tuttavia, insieme alla ricerca, ciò che può fare la differenza in termini di competitività per una PMI. La digitalizzazione si sposa peraltro con la sostenibilità, l’altra grande sfida che le piccole e medie imprese italiane devono necessariamente vincere.
Ecco dunque che diventa assolutamente necessaria una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella rivoluzione digitale. In questo senso è chiara l’intenzione di A&T, che ha affiancato tutta una serie di eventi specialistici all’esposizione delle nuove tecnologie. Un’occasione come la fiera si trasforma quindi in un vero e proprio hub per favorire l’aggregazione tra istituzioni, ricercatori e imprenditori.
Si può perciò concludere che dalla digitalizzazione delle PMI passa il benessere economico dell’intero paese. Queste devono promuovere attività di formazione e accademiche al fine di incentivare il mercato italiano nel suo complesso. La piena transizione digitale non è allora qualcosa che può essere demandato ai singoli imprenditori, ma più che altro un cambiamento sistematico al quale l’intero settore e tutte le figure che gli gravitano intorno devono contribuire. Le possibilità ci sono e vanno colte per fare la differenza nel mercato globalizzato.
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